Alcuni mesi fa avevo scritto un articolo che si soffermava sui collegamenti tra la musica di Bach e la matematica. Oggi vorrei approfondire il discorso di figura-sfondo all’interno della musica in generale ma soprattutto di quella bachiana.
Il principio della figura-sfondo è stato approfondito anche dalla Gestalt, corrente psicologica incentrata sui temi dell’esperienza e della percezione. E’noto anche come principio del contrasto ed è il fondamento della percezione visiva. Immaginando una stanza completamente buia, in assenza totale di fonti di luce, risulterebbe difficile, praticamente impossibile, distinguere i vari oggetti. Questo perchè mancando una fonte luminosa, verrebbe meno ciò che rende possibile la percezione del colore.
Ecco quindi che si perviene al principio in studio: uno stimolo è percepito solo per contrasto con il suo sfondo.
Anche in musica possiamo andare alla ricerca di figure-sfondo. Una prima analogia può essere vista nella distinzione tra melodia e accompagnamento, dato che la melodia è sempre al centro della nostra attenzione, e l’accompagnamento ha in un certo senso una funzione sussidiaria. Nella musica barocca e innanzitutto in Bach, tutte le linee musicali, alte, basse o intermedie che siano, funzionano come “figure”.
La percezione di un profilo melodico non si verifica mediante un lungo processo, perché si tratta di una sorta di intuizione repentina. Tutto ciò presenta tre principi:
- il principio per cui la mente davanti ad una forma parzialmente incompleta, è automaticamente portata a completarla (principio di chiusura)
- il principio per cui la mente, se confrontata con due dati di percezione successivi, può metterli in relazione e vedere il movimento di uno verso l’altro (fenomeno fi).
- il principio per cui la mente cerca l’interpretazione dei dati che consenta il risultato più pregnante, l’interpretazione migliore (principio pregnanza).
Spessissimo quindi, la mente seleziona e organizza in una forma pregnante soltanto alcuni dati salienti dei dati di percezione, mentre i tratti residui rimangono ai margini dell’esperienza percettiva. Ne consegue che soltanto questa figura passerà al sistema nervoso, dove ha luogo l’organizzazione dell’esperienza percettiva, alla sfera psichica, dove tale figura viene compresa. Tutto il resto continuerà a far parte dello sfondo.
Un processo del genere è simile alla “riduzione” di figura-sfondo nel campo dell’analisi musicale, ossia all’operazione esemplificata tra i primi da Carl Czerny, quando rimuoveva l’involucro esterno dei brani di Bach, Copin e Clementi, per rivelarne la struttura essenziale sottostante.