Enrico IV di Pirandello in scena al Piccolo di Milano

Enrico IV di Pirandello in scena al Piccolo di Milano

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Ho paura talvolta anche del mio sangue che pulsa nelle arterie come, nel silenzio della notte, un tonfo cupo di passi in stanze lontane.

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Dal 21 Ottobre al 2 Novembre sarà presentato al Piccolo Teatro di Milano l’Enrico IV di Pirandello, con la regia e l’interpretazione di Franco Branciaroli, attore indimenticabile. Mi sono innamorata delle sua interpretazione del Caligola di Camus tanti anni fa e, da allora, l’ho visto in parecchi spettacoli. Tranne qualche eccezione, non mi ha mai deluso: un attore di tutto rispetto.

L’Enrico IV è un dramma in tre atti scritto nel 1921 e rappresentato per la prima volta nel 1922 al Teatro Manzoni di Milano. Sicuramente è uno dei capolavori pirandelliani che riprende, tra gli altri temi, il rapporto tra uomo e personaggio, così come era avvenuto anche in Sei personaggi in cerca d’autore.

Enrico IV

Luigi Pirandello

La trama è geniale: il protagonista, di cui non si conosce il nome, è un nobile che prende parte ad una festa in maschera, travestito da Enrico IV, dove sono presenti la donna di cui è innamorato, Matilde Spina, e il suo rivale in amore, Belcredi. Enrico IV viene disarcionato da cavallo da Belcredi e picchiando la testa perde il senno credendo di essere davvero l’uomo che interpretava alla festa. La sua follia viene assecondata dal nipote e dai servitori  e, finalmente, dopo dodici lunghi anni rinsavisce. Quello che lo aspetta è spaventoso: Enrico capisce che Belcredi l’ha ferito apposta per potere sposare Matilda. Sconvolto, decide di continuare a fingere. Dopo vent’anni, Matilde, Belcredi e la figlia che hanno avuto insieme, si presentano da Enrico con uno psichiatra interessato al suo caso, che propone, per guarire il malato, di ricostruire la scena della caduta.  Enrico si ritrova così faccia a faccia con la figlia di Belcredi, somigliante in modo incredibile alla madre da giovane, che per la ricostruzione prende il posto di Matilde e, preso da un forte amore, tenta di abbracciarla. Belcredi si oppone, ma Enrico, furioso, lo uccide. Per sfuggire definitivamente alla realtà, ma anche all’inevitabile punizione, Enrico continua a fingersi pazzo.

Il tema della follia è affascinante, ma ancora più intensa è la scelta di negare la propria identità, cercando di sopravvivere al dolore. Enrico rappresenta la scissione tra uomo e attore, tra realtà e finzione che tanto tormenta le riflessioni di Pirandello. Il confine tra l’integrità mentale è la malattia è fragile, come fragile è la linea sottile che divide il mondo reale da quello fantastico. Chi può davvero dire cosa sia vero? Per Enrico la realtà si sdoppia: la verità dell’esperienza, per lui, risiede sia nella vita che aveva prima dell’incidente, sia durante la malattia e, infine, anche nella finzione. Tutti sono coinvolti in questa verità recitata, il coinvolgimento dei servitori e degli amici è reale tanto quanto la realtà che Enrico percepisce o, da un’altro punto di vista, la finzione si cela in ogni personaggio, cosciente o meno della recita messa in atto da Enrico nella seconda parte dell’opera.

(In copertina: Franco Branciaroli interpreta Enrico IV)

Author

Sara
Dottoranda in letterature comparate, laureata in Scienze dei beni culturali con specializzazione in storia del teatro e del cinema. Ex pianista, attualmente si occupa di portare avanti il proprio progetto di ricerca universitario, in concomitanza scrive, soprattutto narrativa e pièce teatrali. Nel tempo libero legge tantissimi libri, guarda film internazionali e serie televisive statunitensi.

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