Jane Eyre

Jane Eyre

Amo questo cielo d’acciaio,

amo la durezza e la quiete della terra sotto il gelo.

Charlotte Brontë
Jane Eyre, 1847

Jane Eyre

 

Il romanzo di Charlotte Brontë è un grande classico, letto da generazioni di donne ( e non solo!). Edito per la prima volta nel 1847, riscosse sin da subito un grande successo, pur non rispettando i canonici cliché letterari dell’epoca.

Charlotte rievocherà in Jane Eyre la sua personale esperienza all’interno del Clergy Daughter’s School di Cowan Bridge, nel Lancashire, una scuola per figlie di ecclesiastici, dove le sorelle Brontë furono mandate a studiare dal padre, un pastore protestante di origine irlandese. Le pessime condizioni di vita subite dalle sorelle, porterà alla morte delle prime due e alla rovina della salute di Charlotte ed Emily.

Jane Eyre subisce una sorte simile: orfana di entrambi i genitori, viene cacciata dalla zia e mandata alla Lowood School, dove perderà, per una morte prematura la sua unica amica. Diventerà, sempre all’interno di questo istituto, insegnante, per poi partire e impiegarsi come istitutrice presso la casa del misterioso Signor Rochester, che non riuscirà a conoscere per lungo tempo. Quando finalmente i due, dopo essersi incontrati, inizieranno a provare un tenero sentimento reciproco, che li porterà alle soglie del matrimonio, arriverà a devastare questo delicato equilibrio la figura di Bertha Mason, moglie vivente di Rochester. rinchiusa tra le mura di Thornfield Hall.

Non svelerò qui il finale di questo bellissimo romanzo, ma vorrei attirare l’attenzione su un dettaglio spesso trascurato all’interno di quest’opera: la presenza di un doppelgänger, dal tedesco doppel (“doppio”) e Gänger (“che va”, “che passa”, da gehen, “andare”). Raramente, leggendo questo romanzo, ci si sofferma sugli aspetti più profondi e tecnici, ma l’esistenza di questo doppio maligno è inquietante e allo stesso tempo sorprendente. Nel caso di specie il nostro doppelgängere non è che Bertha, alter ego maligno di Jane, che porta alla luce la sua voglia di vivere liberamente al di fuori delle leggi precostituite del suo tempo, ma che viene soffocata e impazzisce sotto l’opprimente presenza della società vittoriana.

Chiudo lasciandovi una serie di riferimenti all’opera della Brontë:

Link al libro:

Jane Eyre, il libro

Jane Eyre, il libro

Link al film:

Jane Eyre, film 1996

Jane Eyre, film 1996

Link al film:

Jane Eyre, film 1996

Jane Eyre, film 2011

 

 

 

Author

Sara
Dottoranda in letterature comparate, laureata in Scienze dei beni culturali con specializzazione in storia del teatro e del cinema. Ex pianista, attualmente si occupa di portare avanti il proprio progetto di ricerca universitario, in concomitanza scrive, soprattutto narrativa e pièce teatrali. Nel tempo libero legge tantissimi libri, guarda film internazionali e serie televisive statunitensi.

4 comments

  • Ciao Nina, benvenuta sul nostro blog!
    Anch’io lo amo moltissimo, penso che sia molto intenso e soprattutto che presenti una figura femminile nuova.
    Torna presto a trovarci, ti aspettiamo! 🙂

    Reply
  • Io ho visto il film (molto triste per me).
    Devo però dire che il trasporto con cui scrivi mi spinge a volerne sapere di più per cui ho deciso che quanto prima leggerò anche il libro.

    Reply
    • Fortunatamente la storia ha un lieto fine, anche se, effettivamente, qualche disagio i protagonisti se lo portano dietro. Il libro merita davvero, Charlotte è una scrittrice decisa, ma molto delicata. Fammi sapere! 🙂

      Reply

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